23 ottobre 2019 - 07:51

Raz Degan 25 anni dopo: da «Sono fatti miei» all’impegno ambientalista

L’ex modello, approdato al successo nel 1995 grazie a una pubblicità di un liquore, oggi celebra la ricorrenza con uno short film in cui racconta la sua vita

di Laura Vincenti

Raz Degan   ieri e oggi Raz Degan ieri e oggi
shadow

«Sono fatti miei»: è bastato il claim di uno spot di pochi secondi per regalare a Raz Degan il successo internazionale, ormai 25 anni fa. «Questa campagna pubblicitaria è stata un fenomeno, si ricorda ancora adesso: eppure quando l’ho girata non mi rendevo conto che mi avrebbe cambiato la vita» racconta l’attore israeliano. Che proprio per celebrare questa ricorrenza ha realizzato «True Stories» uno short film, sempre per Jägermeister, che sarà presentato domani sera al Moebius, nuovo locale milanese, e poi in onda sui canali Youtube, Rai Play e Mediaset Video. «Racconto la storia, che poi è la mia, di questo ragazzo ambizioso e determinato che riesce e realizzare i suoi sogni. Anche se ho imparato che i sogni si rinnovano continuamente. Il senso è non mollare mai. E che non c’è mai un punto di arrivo: life is a journey, not a destination , la vita è un viaggio, non una destinazione. Volevo realizzare qualcosa che dà speranza, di positivo».


Degan ha usato del materiale di archivio girato negli Anni ‘90: «Racconto la mia vita di allora e di adesso. Il mondo si è trasformato molto in questi anni: all’epoca non c’erano Internet, gli smartphone, i reality. Ma io avevo già la passione per i documentari: subito dopo lo spot la mia vita è cambiata e l’ho testimoniato facendomi seguire da una troupe per un certo periodo. Ho recuperato quei filmati inediti e li montati insieme con altri girati oggi negli stessi luoghi che mi avevano ispirato».


Tra questi c’è anche Milano. «È una città dove ho vissuto a lungo, che adoro, mi ha dato tanto: occasioni, amici. Per me è sempre un immancabile punto di passaggio e di lavoro», racconta al telefono rispondendo dal suo trullo in Puglia.
Nel corso della sua carriera ha lavorato con diversi registi celebri, da Oliver Stone a Robert Altman, «ed Ermanno Olmi con cui nel 2007 ho girato il film “Centochiodi”: lui mi ha insegnato molto, anche perché veniva dal mondo documentaristico e dal neorealismo, amava lavorare con persone “vere”, anche se non erano attori professionisti. Un grande autore con un talento immenso».


Appassionato viaggiatore, Degan ha visitato oltre 100 Paesi. «Settimana prossima vado in Nigeria per aiutare i bambini tramite un’associazione umanitaria: in questo mondo costruito e accelerato vado alla ricerca della autenticità, anche se questo significa entrare nella povertà». Nel 2011, dopo un viaggio in Amazzonia, ha debuttato nella regia con il lungometraggio «L’ultimo sciamano» prodotto in collaborazione con Leonardo DiCaprio. «I nostri leader non capiscono che siamo tutti sulla stessa barca: questa è la nostra casa. Troppo spesso si fa finta di niente solo per arricchirsi. Bisogna assumersi delle responsabilità e preservare il mondo».
Degan è sempre stato un convinto ambientalista, prima ancora che il movimento esplodesse in tutto il mondo: «Adoro Greta Thunberg, ammiro la forza che ha: sembra un profeta arrivato da altri tempi. Adoro la voce che ha dato ai giovani perché loro sono il futuro del pianeta: solo attraverso l’educazione e l’unione che possiamo cambiare le cose. L’arma più devastante e distruttiva nel mondo è l’ignoranza».


Ambientalista ante litteram e pacifista, Degan è nato nel 1968 in un kibbutz israeliano in una zona di confine con Libano, Siria e Giordania. E, a proposito dei recenti attacchi turchi al popolo curdo, commenta: «Credo che ogni essere umano abbia diritto ad avere una casa, a vedere i suoi figli andare a scuola, a crescere con il sorriso. Sono per la pace e i diritti umani per tutti». Raz Degan ora sta lavorando a nuovo film intitolato «The lost Sadhu», ambientato all’epoca della Beat generation: «Racconto la storia di alcuni giovani che negli anni 60 sono partiti per l’India, che sono scappati da qualcosa o vogliono trovare qualcosa. È un viaggio di ricerca interiore». D’altronde, la vita è un viaggio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT