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TENIOSI

Nell’uomo provoca una sintomatologia intestinale con dolori, mal digestione e alterazioni dell’alvo (o

evacuazioni frequenti o stitichezza, a seconda del soggetto). Tenia solium tende a passare quasi

inosservata, non ha una sintomatologia evidente; al contrario, Tenia saginata ha sintomi evidenti.

Ultimamente sono in voga delle diete che prevedono l’assunzione di uova o proglottidi di Tenia, con la

convinzione che la presenza del verme solitario sia in qualche modo responsabile del dimagrimento.

Purtroppo non su tutti la Tenia ha questo effetto; in alcuni provoca aumento dell’appetito, in altri

dimagrimento e altri addirittura ingrassano.

Per quanto riguarda Tenia saginata, poiché le sue proglottidi sono dotate di movimento autonomo (che

consente di distinguere le proglottidi delle due Tenie), nell’infestazione da Tenia saginata si ha la

percezione del passaggio delle proglottidi attraverso lo sfintere anale, durante la defecazione e quando le

proglottidi vengono eliminate.

Uovo di Tenia. Le due specie hanno

uova identiche, indistinguibili, con

diametro da 31 a 43 μm, guscio spesso,

con striature radiate, che rendono le

uova facilmente riconoscibili nel

sedimento fecale. All’interno c’è la

larva esacanta, ovvero l’embrione con i

6 uncini. Vedere questa immagine al

microscopio non consente una diagnosi

di specie; questa si potrà fare

solamente esaminando la proglottide

con metodo specifico e chiedendo al

paziente quali sono le sue abitudini alimentari.

A volte, quando l’uovo fuoriesce dalla proglottide porta ancora intorno a sé una membrana che lo avvolge;

più frequentemente le uova sono libere nel sedimento fecale.

Grazie agli attuali farmaci antielmintici è possibile distruggere completamente il verme all’interno

dell’ospite definitivo, quindi nell’uomo. Siccome in precedenza, con i vecchi farmaci, il verme non veniva

completamente distrutto, bisognava ricercare all’interno delle feci, dopo la terapia in diverse emissioni,

avendo una quantità ingenti di feci del soggetto raccolte in un arco di 24 ore, la testa della Tenia perché, se

la testa rimane ancorata all’intestino e vicino c’è il collo, vengono continuamente generate nuove

proglottidi. Di fatto, basta una piccola quantità di feci perché, con le metodiche di concentrazione, una

piccola quantità è come se fosse maggiore.

Il metodo per poter riconoscere la specie consiste nel trattare le proglottidi con inchiostro di China. Si

inietta sul tronco centrale dell’albero uterino, attraverso una microsiringa da 1 mL o più piccola, l’inchiostro

di China, dopo aver trattato la proglottide con acido lattico per farla chiarificare (poiché inizialmente è di

colore giallo-marroncino a seconda dell’habitat in cui si trova), in modo che diventi bianca, quasi

trasparente. Si asciugano le proglottidi con acqua, si asciugano con carta assorbente, si pressano tra due

vetrini per schiacciarle e si guardano allo stereomicroscopio, che permette

una visione tridimensionale.

L’inchiostro di China andrà quindi a colorare le diramazioni uterine. Si

contano, quindi, per lato, le diramazioni uterine e si capisce in questo modo

se si tratta di Tenia solium o di Tenia saginata: si hanno dalle 15 alle 20

diramazioni uterine per Tenia saginata, da 7 a 13 per Tenia solium.

Se invece, all’interno del bicchierino è presente una proglottide, adesa alla

parete, che si muove con movimenti ameboidi, si può dire che si tratta di

Tenia saginata, poiché quest’ultima ha il movimento autonomo delle

proglottidi.

Le oncosfere (contenitori della larva esacanta) giungono nel duodeno dell’ospite intermedio, perforano la

parete intestinale con gli uncini, diffondono per via ematica e si trasformano in cisticerchi, che sono forme

larvali vescicolari che contengono un protoscolice (cioè un abbozzo di scolice, ovvero di testa) e si vanno ad

insediare nei muscoli dell’ospite intermedio (bovino e suino) e rappresentano per l’uomo, che è l’ospite

definitivo, la forma infettante (o infestante).

Quindi, nell’intestino tenue il protoscolice fuoriesce dal cisticerco e questo si attaccherà alla parete

intestinale; dopo un periodo che va da 5 a 12 settimane, il verme sarà diventato adulto.

Quando l’ospite definitivo introduce delle uova piuttosto che delle proglottidi, se si tratta di uova di Tenia

saginata non accada nulla (non è stato dimostrato che Tenia saginata possa sviluppare nell’ospite definitivo

lo stadio da uovo a cisticerco); per Tenia solium, invece, la situazione è ben diversa.

CISTICERCOSI

Avviene in seguito ad ingestione accidentale di uova da Tenia solium e può essere presente anche in

soggetti che non hanno infezione intestinale e che non fanno uso di carni suine.

Le oncosfere raggiungono, tramite la circolazione mesenterica, la muscolatura liscia e anche il sistema

nervoso.

I cisticerchi sono grosse vescicole di colore grigio-biancastro, che misurano circa 1 cm di diametro, ripieni di

liquido e al cui interno è presente il protoscolice.

Durante la fase iniziale della cisticercosi non si hanno sintomi; è possibile purtroppo una localizzazione

cerebrale dei cisticerchi, perché le oncosfere possono raggiungere qualsiasi sede. La localizzazione

cerebrale ha un esordio con crisi convulsive, quindi manifestazioni a livello neurologico.

I cisticerchi si formano due o tre mesi dopo l’ingestione dell’uova e si vanno a localizzare in varie sedi tra cui

il tessuto cerebrale, nei muscoli scheletrici o nel sottocute. Il cisticerco può sopravvivere nei tessuti alcuni

anni mantenendo un certo equilibrio con il sistema immunitario

dell’ospite, cioè non causando una reazione infiammatoria generalizzata;

riesce, cioè, a ridurre al minimo le reazioni, confinandole solo a livello

locale.

Dopo alcuni anni di sopravvivenza, il parassita può perdere il controllo

sul sistema immunitario e ne consegue una reazione infiammatoria

intorno al cisticerco che lo porta a degenerazione; quindi, il fluido della

cisti diventa torbido. Quando il cisticerco muore rilascia antigeni e

prodotti di degradazione che hanno come conseguenza una reazione

infiammatoria. Se tutto questo si verifica nel parenchima cerebrale si ha

un edema locale e quindi possono esserci crisi convulsive. In seguito si

formerà un granuloma che diventerà calcificato.

ACCERTAMENTO DI LABORATORIO

Per l’infezione intestinale si procede con un esame parassitologico delle feci. Nel caso di cisticercosi è

possibile comunque effettuare l’esame parassitologico per vedere se si tratta di un’autoinfestazione,

ovvero il soggetto che ha infezione intestinale ha portato le uova alla bocca con le mani sporche,

procurandosi una cisticercosi. Questo esame consente di esaminare a livello macroscopico le feci per

ricercare la presenza di proglottidi; a livello microscopico si ricercano le uova. In particolare, l’esame

parassitologico prevede l’esame di tre campioni prelevati a giorni alterni.

In caso di cisticercosi, si può effettuare una sierodiagnosi mediante tecnica ELISA che si fa solo in

determinati centri specializzati (Istituto Superiore di Sanità). Se l’ELISA risulta positivo, va sempre

confermato con un Western Blotting.

La diagnosi, però, si avvale soprattutto della diagnostica per immagini (risonanza, TAC, raggi).

NEMATODI

Sono vermi dal corpo cilindrico, quindi non si tratta di vermi piatti, bensì di vermi tondi. Differentemente

dai cestodi hanno un corpo unico non segmentato, sono a sessi separati; a seconda del genere e della

specie possono essere lunghi da pochi mm a oltre 1 m. Sono affusolati alle estremità.

Hanno un ciclo biologico che comprende 5 stadi larvali. I nematodi intestinali (gli unici che trattiamo) non

hanno ospiti intermedi.

ASCARIS LUMBRICOIDES

Provoca infestazione ubiquitaria ed è estremamente diffuso.

L’infestazione si contrae per ingestione delle uova mature che si schiudono a livello intestinale,

raggiungono il circolo ematico, l’intestino tenue, la cavità peritoneale, il fegato, il cuore destro e i polmoni

e, dopo la terza muta, rompono i capillari polmonari e passano nelle prime vie aeree fino alla faringe. A

livello della faringe vengono deglutite e passano nel tenue, dove compiono un’altra muta e divengono

vermi adulti. Qui arrivano allo stadio adulto.

Le uova vengono espulse attraverso le feci dell’uomo, che contengono le uova, le quali, a loro volta,

contengono ancora delle larve, che sono immature. Nel terreno deve compiere una prima fase di

maturazione, infatti si chiamano geoelminti, cioè devono compiere una parte del loro ciclo nel terreno. Una

volta giunto a maturità (2-4 settimane), l’uovo rappresenta la forma infettante e viene ingerito dall’uomo

dove compie il resto del suo ciclo biologico, fino alla trasformazione in verme adulto.

La produzione delle uova inizia a circa due mesi dall’infestazione. La vita media di questi vermi è di un

annetto. L’uovo infettante è

riconoscibile non solo

perché contiene al suo

interno la larva ma

anche perché ha un

guscio

mammellonato,

rigonfio con tante

piccole protuberanze.

All’interno è presente

un embrione dotato di

movimento. Tutto ciò

è visibile all’esame

parassitologico delle feci, ovvero al

microscopio.

Vermi adulti. Le femmine sono più

lunghe dei maschi: gli adulti vanno dai 15

ai 35 cm e vivono specialmente nel

digiuno e nel’ileo. Sia maschi che

femmine sono affusolati alle estremità.

EPIDEMIOLOGIA

E’ l’elmintiasi intestinale più frequente nell’uomo e ha una prevalenza globale superiore al miliardo, specie

nelle aree tropicali.

L’invasione da larve provoca in genere febbre e disturbi respiratori, a livello intestinale dolore colico e turbe

dispeptiche, ovvero episodi di cattiva digestione. C’è anche una reazione allergica, con febbre, malessere e

disturbi respiratori. Le forme adulte nel distretto intestinale possono determinare una sintomatologia a

livello locale nella forma di occlusioni intestinali (dipende dalla carica).

L’infezione decorre generalmente asintomatica anche perché dipende dalla carica elmintica. Può esserci

una sintomatologia polmonare.

Se la carica elmintica supera un valore soglia (7 vermi per i bambini al di sotto dei 5 anni e 15-20 vermi per

bambini più grandi), è possibile che ci siano ritardo nell’accrescimento e deficit nutrizionali, specialmente

della vitamina A e anemia.

Per cariche elmintiche elevate (al di sopra dei 15-40 vermi) si possono avere dolori addominali, nausea,

anoressia, diarrea. I

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
8 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/19 Microbiologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher PintuAlex di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto della proprietà industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Fumarola Luciana.