Perché quando cambia il tempo peggiora il dolore a ossa e cicatrici

di Cristina Marrone

Molte persone lamentano il riacutizzarsi del dolore causato da malattie reumatologiche quando fa freddo e c’è vento. La scienza non ha risposte univoche. È possibile alleviare il problema con caldo o freddo a seconda della patologia

Perché quando cambia il tempo peggiora il dolore a ossa e cicatrici

Succede spesso che le persone si lamentino di come il dolore per una vecchia frattura , oppure condizioni croniche come malattie reumatologiche peggiorino quando il tempo diventa freddo con pioggia e vento. I pazienti dei medici reumatologi spesso riferiscono di essere capaci di prevedere quando pioverà o quando nevicherà in base all’intensità del dolore che provano. «Le nostre malattie, sia che siano infiammatorie come l’artrite , che siano degenerative come lartrosi , che si manifestino con dolore diffuso come la fibromialgia vanno peggio nei mesi freddi» conferma il professor Carlo Selmi, responsabile di reumatologia e immunologia all’ospedale Humanitas di Milano e docente di Humanitas University . «Tuttavia il difetto di queste affermazioni - aggiunge- è il fatto che non possono essere obiettive: quando parliamo di dolore non possiamo dimenticare che parliamo di un sintomo, di qualcosa di esclusivamente soggettivo e riferito dal paziente». Seppur i medici concordino con il fatto che queste situazioni siano comuni, le ragioni alla base del fenomeno restano ancora poco chiare. Sul tema sono state condotte poche ricerche e gli studi hanno portato a conclusioni confuse e contraddittorie.

Che cosa dice la scienza

Ma esiste davvero un legame tra il meteo e il dolore? Il New York Times ha citato una carrellata di ricerche sull’argomento. Uno studio pubblicato nel 2016 ha studiato il legame tra il meteo e il dolore associato alle fratture ossee con l’analisi di 2.369 visite di pazienti che avevano subito fratture. Durante i controlli a un anno di distanza i pazienti hanno riferito di provare nel giorno dell’appuntamento maggior dolore con la pressione atmosferica bassa e l’umidità superiore al 70%, situazione che si verifica proprio prima delle piogge o di abbassamenti della temperatura. Tuttavia la ricerca non ha rilevato che la bassa temperatura peggiorasse il dolore. Sorprendentemente i pazienti hanno raccontato di provare più dolore quando le temperature erano superiori ai 35 gradi. Un altro lavoro del 2019 ha scoperto che nei pazienti con dolore cronico la situazione peggiorava con l’aumento dell’umidità e la diminuzione della pressione atmosferica. Non sono però state rilevate connessioni tra il dolore e la temperatura esterna. Uno studio del 2007 ha rilevato praticamente il contrario: il dolore causato associato ad artrosi al ginocchio aumentava con ogni calo di temperatura, ma si attenuava quando la pressione scendeva. Un’altra ricerca non ha trovato alcun legame tra i cambiamenti di temperatura e il dolore causato dall’artrosi dell’anca. I ricercatori hanno scoperto che il calo di pressione è collegato al gonfiore dei tessuti, che può causare dolore. Uno studio del 2014 ha rilevato che quando la pressione dell’aria diminuisce il tessuto connettivo che circonda le articolazioni delle persone con artrite reumatoide si espande causando dolore.

Perché i risultati sono tanto incoerenti

Il motivo perché si arriva a risultati così incoerenti è che probabilmente coinvolgono volontari con diverse patologie (non solo reumatiche ma anche strascichi di lesioni) ed entrano dunque in gioco numerose variabili. Inoltre i vari lavori e sono tutti condotti con metodi diversi, per lo più con valutazioni autoriferite e, come ha già anticipato il professor Selmi, il dolore è soggettivo. «Nonostante i meccanismi della relazione dolore e meteo restino ignoti e difficili da studiare, il peggioramento delle malattie reumatiche con il freddo e la bassa pressione esiste ed è vero per quasi tutte, con l’eccezione di quelle che peggiorano con l’esposizione al sole, come il lupus» - spiega l’esperto - «e questo vale in particolare per le malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide dove in metà dei malati l’umidità e la bassa temperatura sono driver significativi del dolore».

Il ruolo dei barocettori

Quello che ormai è noto da molti anni è che più del freddo è la bassa pressione ad essere responsabile dell’aggravamento di tutti i tipi di dolore. Ciò che viene percepito sono infatti le variazioni di pressione atmosferica segnalate dai barocettori, un tipo di recettori presenti nel nostro corpo che trovano nella parete dei grossi vasi sanguigni e sono sensibili alle variazioni della pressione arteriosa: quando rilevano un cambiamento, inviano segnali al sistema nervoso centrale, sulla base dei quali avviene la regolazione del valore della pressione sanguigna. Il loro compito di controllo è in genere indolore, ma se si trovano in tessuti sensibili, come per esempio le articolazioni colpite da una malattia reumatica, il dolore cresce.

Quando serve il caldo e il freddo

Cosa si può fare per tenere a bada il dolore con il maltempo? «Non possiamo prescrivere a tutti di andare a vivere in Marocco - scherza Selmi - ma certamente per una sottocategoria di pazienti temperature più miti possono essere d’aiuto. Chi soffre di artrosi spesso trova beneficio scaldando l’area interessata con mezzi fisici come piastre o panni caldi mentre in caso di artrite acuta spesso la crioterapia, ovvero l’applicazione del freddo alla parte sofferente, porta un beneficio parziale»

9 febbraio 2023 (modifica il 9 febbraio 2023 | 12:55)