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SVEZIA

Sanguisughe per ricostruire il viso

Utilizzate per una delicata operazione a una donna sfigurata, ritornano d'attualità. Ma si usano da secoli

SVEZIA

Sanguisughe per ricostruire il viso

Utilizzate per una delicata operazione a una donna sfigurata, ritornano d'attualità. Ma si usano da secoli

Sanguisughe
Sanguisughe
MILANO - E’ il primo caso di sanguisughe utilizzate in chirurgia ricostruttiva del viso. Secondo alcuni organi di stampa svedese,  allo Skane University Hospital di Malmoe i vermi che evocano applicazioni della medicina di un passato lontano hanno funzionato in una delicata operazione su una donna sfigurata dal proprio cane. Per ricomporre i lembi di naso, labbra e guance seriamente danneggiati dal morso dell’animale i chirurghi avrebbero applicato sul volto della sfortunata paziente la bellezza di 358 sanguisughe favorendo in questo modo il ripristino della circolazione ed evitando il rischio di un blocco venoso.

INTERVENTO RIUSCITO - Intervento riuscito con successo. La signora adesso è tornata a mangiare, respirare e parlare dopo quindici ore sotto il bisturi. La notizia è stata diffusa dal sito The Local. Dopo aver subito l’attacco del cane la paziente è stata soccorsa dai medici dell’ospedale di Malmoe, nel sud della Svezia. «La cosa più importante era evitare il ristagno di sangue. Non avevamo più scorte di sanguisughe e abbiamo dovuto ordinarle in Gran Bretagna», ha raccontato Stina Klasson, il chirurgo. Ciò non eviterà successivi interventi perché la ricostruzione deve essere completata. «E’ una notizia che non stupisce. Sembra un rimedio d’altri tempi ma per noi è una soluzione che può risultare molto efficace soprattutto quando c’è il pericolo di ingorghi venosi nel reimpianto di lembi», commenta Nicolò Scuderi, direttore del reparto di chirurgia ricostruttiva del Policlinico Umberto I di Roma e del nuovo centro di chirurgia della mano presso la clinica Villa Margherita (tra poche settimane l’apertura). Scuderi però non è convinto che i colleghi svedesi si siano avvalsi di una quantità così rilevante di vermetti: «In teoria ne basterebbero poche unità. Perlomeno noi al Policlinico ne abbiamo usate in numero inferiore alla decina. Abbiamo ordinato il quantitativo in una farmacia di Roma. L’ultimo caso è stato una ricostruzione del seno».

SI USANO DA SECOLI - Da oltre un millennio l’uomo si avvale dell’aiuto delle sanguisughe in medicina. Già nel diciottesimo secolo erano richieste in Francia per i trapianti di lembi cutanei. Esistono documenti che dimostrano l’utilità dei vermi già diversi secoli prima di Cristo. Babilonesi ed egizi ritenevano fossero efficaci perfino contro la depressione. I medici erano convinti che fossero un rimedio infallibile per succhiare ed eliminare dall’organismo impurità, malumori, liquidi che intossicavano anima e corpo. «Oggi le sanguisughe sono ritornate ufficialmente in medicina dopo test di efficacia – spiega Pierfrancesco Cirillo, membro della società italiana di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva, la Sicpre – Abbiamo evidenza di successo nella chirurgia della mano e anche in Italia esistono centri con buone esperienze, ad esempio quello di Legnano. Hanno la capacità di succhiare il sangue e di rilasciare tramite la saliva un anticoagulante che agisce come fluidificante e che facilita la circolazione».

NESSUN EFFETTO COLLATERALE - Non è un caso che alcuni farmaci anticoagulanti siano realizzati proprio con l’irudina, estratta dalla sanguisughe. Il vantaggio di un uso diretto è che le larve, simbolo di una sanità antica, non hanno controindicazioni ed effetti collaterali anche se, istintivamente, incutono un certo raccapriccio perché ci riportano ad una medicina che fu. E suscita una certa impressione la presenza di questi piccoli invertebrati accanto a strumenti altamente tecnologici necessari in microchirurgia. Un accostamento suggestivo. Al quale però dobbiamo abituarci senza nessun tipo di pregiudizio. Autorevoli agenzie per l’approvazione dei farmaci (a partire dall’ente federale americano, Fda) hanno dato ufficialità a una tecnica apparentemente sorpassata. «Gli esperti del Fda hanno elaborato linee guida su come allevare, trasportare e vendere le larve. Sono considerate un vero e proprio farmaco sicuro e efficace», ricorda Cirillo. E cita Scott Levin, della Duke University, chirurgo di fama, convinto che le sanguisughe possano favorire la connessione di arterie e minuscole vene di mano e polso nelle situazioni in cui l’arto venga reimpiantato dopo incidenti di varia natura. Non solo. Mentre succhiano, i vermetti iniettano nei pazienti un potentissimo cocktail. Una miscela di anticoagulanti e antibiotici capaci di ridurre la pressione legata alla perdita di sangue. Un toccasana che agisce velocemente. Bastano 20 minuti e le piccole collaboratrici si riempiono di sangue.

Margherita De Bac
27 settembre 2011(ultima modifica: 29 settembre 2011 11:54)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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