Lucciole

Quella magia d’inizio estate

Animale dell’anno 2019, in Ticino diminuiscono le colonie di questo piccolo insetto - Da noi vivono tutte le quattro specie autoctone, da ammirare passeggiando al buio
Archivio CdT
Beatrice Jann
16.01.2019 12:32

La lucciola è stata scelta dall’associazione ambientalista Pro Natura come animale dell’anno 2019. Il piccolo insetto, che molti ricordano con affetto, è stato scelto per mettere in evidenza i problemi che affliggono la fauna degli insetti. Grazie a Martina Spinelli, responsabile della comunicazione di Pro Natura, abbiamo scoperto cosa si cela dietro questa piccola luce che danza nelle sere d’inizio estate.

Scorgere nelle ombre della sera quel primo lampo. Piccolo, quasi impercettibile. E poi si ripete, magari in un altro angolo del bosco o del prato. L’aria tiepida di fine maggio-inizio giugno, ricca di profumi che sanno già di estate. Improvvisamente i piccoli lampi si infittiscono. Alcuni arrivano volando, disegnando nel buio delle traiettorie funamboliche. Se si ha fortuna, dopo un po’ si è circondati da decine e decine di puntini luminosi. Con il freddo della notte la magia piano piano si spegne, ma il ricordo resta indelebile. Quanti hanno avuto il privilegio di assistere a un tale spettacolo?

«Purtroppo le lucciole, come tanti altri insetti, stanno diminuendo» ci spiega Martina Spinelli di Pro Natura. «Abbiamo scelto loro come animale dell’anno, che ci regalano un magico spettacolo nelle sere di inizio estate per “illuminare” i problemi che affliggono tante altre specie».

In effetti, il termine insetti spesso non risveglia sentimenti positivi: il pensiero va a zanzare, cimici, afidi e altre specie problematiche. Ma queste non sono che una minima parte di tutta la fauna che, nella sola Svizzera, conta decine di migliaia di specie diverse. Già solo nel caso delle lucciole, in Svizzera vivono ben quattro specie autoctone. In Ticino abbiamo la fortuna di ospitarle tutte: accanto alle tre specie dove a luccicare è solo la femmina, a terra, cioè Lamprohiza splendidula, Phosphoreus hemipterus e Lampyris noctiluca (scelta come animale dell’anno perché presente su tutto il territorio elvetico) nelle notti a sud delle Alpi possiamo osservare anche le evoluzioni luminose della Luciola italica, una specie con entrambi i sessi che volano e producono segnali luminosi. I piccoli lampi sono segnali prodotti per attrarre un compagno, per l’accoppiamento: dopo anni di vita passata allo stadio larvale, le lucciole adulte hanno solo un paio di settimane per riprodursi, prima di morire. Un calo repentino della temperatura, la presenza di troppa luce che «maschera» i loro segnali, la mancanza di altre lucciole, tutto può impedire a questi insetti di accoppiarsi rischiando l’estinzione locale della specie.

«Per aiutarle bisognerebbe ridurre l’uso di insetticidi, ma anche di lumachicidi – continua Martina Spinelli – perché pochi lo sanno ma, a parte una che si ciba di lombrichi, durante lo stadio larvale le lucciole sono delle temibili predatrici di lumache: immobilizzano la preda grazie a un morso velenoso e poi, dopo aver iniettato degli enzimi digestivi, succhiano le sostanze nutritive direttamente dalle loro prede, spesso molto più grandi di loro. Creando dei giardini variegati – con spazi aperti, piccoli muretti o mucchietti di sassi, con zone umide e rifugi invernali per le larve – si può favorire la presenza delle lucciole. Alla mancanza di habitat idonei, si aggiunge l’inquinamento luminoso: le nostre notti sono fin troppo illuminate. Questo va a svantaggio delle lucciole, dato che la luce maschera i loro segnali, ma è un problema anche per altre specie: dai pipistrelli agli uccelli in migrazione. Le luci dei nostri agglomerati confondono la fauna e, secondo altri studi, hanno un influsso negativo anche sul nostro sonno».

Vale la pena anche domandarsi, quando si è osservato per l’ultima volta lo spettacolo dei piccoli insetti luminosi, quando ci si è presi l’ultima volta il tempo di una passeggiata durante le sere di inizio estate: ormai sembra un privilegio solo di coloro che hanno un cane. Invece di sedersi davanti al televisore, al computer o al telefonino, perché non uscire a fare quattro passi per osservare la natura che ci circonda, anche in città? Anche nell’ambiente urbano può esserci spazio per la natura, se si adottano i dovuti accorgimenti. Maggiori informazioni sul sito di Pro Natura www.pronatura.ch/it.

La bioluminescenza

ll principio di base della bioluminescenza è stato osservato in molti esseri viventi come pesci, meduse, batteri, anellidi e anche nei funghi. I meccanismi impiegati nella produzione di luce sono però diversi: si stima che essi siano apparsi nel corso dell’evoluzione, in modo indipendente, più di 40 volte.

Durante una reazione chimica catalizzata dall’enzima luciferasi, la proteina denominata luciferina produce energia sotto forma di luce. Durante la reazione non viene emesso alcun tipo di calore, rendendo il processo estremamente efficiente. Le strutture anatomiche nelle quali viene prodotta la luce vengono chiamate fotofori. Questi organi possono essere semplici contenitori oppure strutture più complesse con lenti, otturatori, filtri colorati e riflettori che permettono all’animale di controllare l’emissione della luce.

La bioluminescenza viene usata per attirare partner, spaventare eventuali aggressori, mimetizzarsi ma anche per attirare le prede: alcuni predatori imitano i segnali luminosi di altre specie per indurle a svelare la loro presenza, nel buio, e poterle così catturare.