fbpx

Home » Vipera aspis hugyi: alla scoperta della sottospecie di vipera tutta siciliana

Vipera aspis hugyi: alla scoperta della sottospecie di vipera tutta siciliana

Proseguono gli studi e le ricerche di Sebastian Colnaghi nel mondo dei serpenti italiani. La storia di oggi riguarda la vipera aspis hugyi, l’unico esemplare di questa specie endemico dell'Italia meridionale e della Sicilia. Conosciamo meglio questo particolare ed affascinante rettile

Categorie Biologia
Vuoi leggere tutti gli articoli del network (oltre 10.000) senza pubblicità?
ABBONATI A 0,96€/SETTIMANA

Torniamo a parlare del “green influencer Sebastian Colnaghi e della sua passione per lo studio e la ricerca di nuove specie di anfibi e rettili nella regione in cui vive. In passato, su queste pagine, abbiamo avuto modo di parlare con lui (intervistandolo e curiosando un po’ sulle sue attività naturalistiche) e di lui relativamente ad alcune interessanti attività che lo hanno visto direttamente protagonista. Questa volta ci concentreremo sulla Vipera aspis hugyi.

Una nuova ricerca sul campo

A cavallo fra primavera ed estate scorsa ci siamo interessati all’attività di Sebastian relativamente al rischio di perdere in Italia il magnifico boa delle sabbie, purtroppo sempre più vittima sulle strade siciliane. Qualche settimana dopo l’interesse si è invece posto sulle indagini su un patogeno aggressivo, un fungo per la precisione, pericoloso per i serpenti del nostro paese. Questo pericolo riguarda in particolare modo la Vipera dal corno, specie rara i cui habitat in Italia sono estremamente ristretti.

La nuova avventura di Sebastian ci porta nuovamente in Sicilia, precisamente nel meraviglioso parco naturale dell’Etna, alla scoperta della Vipera aspis hugyi. Conosciamo meglio, grazie alle parole del giovane naturalista, questo particolare ed affascinante rettile.

L’escursionista Sebastian Colnaghi sulle tracce della Vipera aspis hugyi in Sicilia

Nell’ambito dell’attività di osservazione dei serpenti da parte di Sebastian, animali troppo poco conosciuti e di conseguenza mal considerati, spesso indicatori di buona qualità ambientale, durante la sua ultima spedizione nel parco dell’Etna ha avuto la fortuna di osservare l’unica specie di vipera presente in Sicilia e nell’Italia meridionale. Si tratta della Vipera aspis hugyi, questo è il suo nome scientifico, descritta per la prima volta nel 1833 dal medico e naturalista svizzero H. R. Schinz a partire da un esemplare trovato sulle pendici dell’Etna.

Vipera aspis hugyi
Credits: Sebastian Colnaghi

Questo è ciò che racconta Sebastian, siracusano di 22 anni conosciuto in Sicilia per il suo costante e profuso impegno a difesa dell’ambiente.

Una specie straordinaria la vipera come tutti gli esseri viventi gioca un ruolo fondamentale nell’ecosistema, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio ambientale, e cibandosi di piccoli roditori dannosi per l’agricoltura. Si tratta di una specie protetta dalla convenzione di Berna, che ne vieta l’uccisione.

Dalle parole di Sebastian possiamo capire come, al pari delle altre vipere italiane, si tratti di un serpente timido ed elusivo che morde solo se messo alle strette e minacciato. Nel caso di un incontro ravvicinato in mezzo ad un sentiero, vicino ad un rifugio o in altre situazioni è opportuno mantenere la calma e allontanarsi tranquillamente, senza movimenti repentini o scatti improvvisi.

Un suo morso, benché il veleno non sia considerato mortale per l’uomo, può provocare complicazioni di rilevanza medica e richiede comunque un intervento sanitario. In generale, se si viene morsi da una Vipera, la condotta da adottare è semplicemente quella di mantenere la calma. È importante anche chiamare i soccorsi il prima possibile. Non bisogna prendere nessun altro tipo di iniziative e non bisogna assumere farmaci o usare prodotti chimici senza l’indicazione del medico soccorritore.

Vipera aspis hugyi
Credits: Sebastian Colnaghi

Conosciamo meglio questa vipera

La Vipera aspis hugyi è una particolare sottospecie della famiglia di serpenti Viperidae, l’unica sottospecie endemica dell’Italia meridionale e della Sicilia. Questo serpente, anticamente (si dice), sarebbe stato introdotto dal popolo greco sull’Isola di Montecristo, nell’arcipelago toscano. Fino a qualche tempo fa, effettivamente, si sosteneva l’esistenza in quelle zone di una rara sottospecie endemica, oggi non più ritenuta valida. Grazie ad indagini genetiche è stato infatti possibile decretare l’origine alloctona di quella specie.

Dal punto di vista anatomico questo rettile si presenta di dimensioni piuttosto contenute, non superando di fatto mai il metro di lunghezza. La lunghezza media, per l’appunto, si attesta attorno ai 60-65 centimetri. Di aspetto piuttosto tozzo, presenta testa e coda distinte dal resto del corpo. La testa, di forma piatta e triangolare a punta, presenta l’apice del muso leggermente rivolto all’insù, con occhi di dimensione media e pupilla verticale ellittica. La coda è molto corta e fortemente assottigliata rispetto al resto del corpo.  La colorazione di questa specie varia a seconda dell’individuo, spaziando dal nero a varie tonalità di marrone, rossiccio o grigio, fornendo la possibilità al rettile di confondersi nell’habitat naturale.

È un animale ovoviviparo, alla schiusa delle uova (generalmente nascono da 6 a 8 piccoli di 15–20 cm a covata) i cuccioli sono completi e possiedono già ghiandole velenifere. È un animale molto longevo, potendo raggiungere anche i vent’anni di vita. La dieta di questo rettile comprende topi, lucertole e piccoli uccelli, i quali vengono avvelenati per mezzo dei potenti denti veleniferi del serpente. Il veleno della Vipera aspis hugyi, raramente mortale per l’uomo, contiene neurotossine ed emotossine che intaccano i sistemi circolatorio e nervoso delle prede, portandole alla morte.