13 marzo 2019 - 10:03

Auditorium, aule e gallerie d’arte nella «giungla» di viale Jenner

Il Politecnico studia il recupero dell’ex Bassi.

di Marta Ghezzi

(LaPresse) (LaPresse)
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Un auditorium. Un mercato coperto. Una palestra. Aule. Gallerie espositive. Spazi per il coworking. E perfino una passerella aerea. Per essere neofiti, come si è sempre al primo anno di università, gli studenti di Marco Biagi, docente di Progettazione Architettonica del Politecnico, hanno dimostrato buona dimestichezza con il linguaggio progettuale. Quando il prof li ha sfidati, nel secondo semestre dello scorso anno, su un lavoro complesso, la riqualificazione di un lotto in viale Jenner, l’ex ospedale dei contagiosi Agostino Bassi, sono riusciti a immaginare soluzioni interessanti di recupero delle architetture esistenti (con mano leggera, come era la richiesta, per rispettarne storia e stile). Non solo: una volta arrivati davanti ai vecchi edifici del nosocomio, hanno subito spinto lo sguardo oltre Dergano e immaginato più in grande. Perché hanno colto quello che, al momento, l’ente pubblico sembrerebbe non aver ancora visto. L’ultimo lazzaretto milanese, di cui oramai si è persa memoria, costruito fra il 1888 e il 1895 per far fronte all’emergenza di vaiolo, non ha solo quattro edifici in stile neoromanico, è anche posizionato in modo strategico. «A cento metri dal futuro nuovo scalo Farini, a poca distanza da Bovisa, ben collegato al resto della città da metro gialla e passante Lancetti», sottolinea Biagi.


Pensando al potenziale del luogo, ancora inespresso, i ventenni Michele Petronio e Alessandra Piccinini, hanno lavorato sia sulla remise en forme degli edifici che sul lungo muro perimetrale, «non più da considerare come barriera ma come elemento di raccordo fra interno ed esterno», dicono i due studenti, che hanno disegnato diversi servizi proprio lungo il perimetro. Massimo Pedretti, invece, ha puntato su una corte interna e su due fronti, uno più privato, l’altro più esposto, collegati da una leggera passerella aerea. I disegni saranno presentati oggi alle 11, all’incontro «Progetti per l’ex ospedale Bassi» a Villa Hanau, sede del Consiglio di zona 9 (che fa il tifo per la riqualificazione e ha sostenuto docente e studenti), alla presenza di Roberto Tasca, assessore a Bilancio e demanio del Comune, Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia, e Giuseppe Lardieri, presidente Municipio 9.


Biagi abita vicino, in Bovisa. Ha pensato a un’esercitazione pratica su quella zona perché non riesce a digerire che la riqualificazione dell’area dell’ex ospedale sia avvenuta solo a metà. «Una cosa che stride», dichiara, «da un lato c’è il nuovo parco pubblico, intitolato al vigile Nicolò Savarino, con alcuni edifici sanitari e il comando dei vigili, e lì c’è vita, mamme con bambini, ragazzi, anziani. Dall’altro, una pericolosa giungla».


Perché soltanto metà? Per via di un contenzioso fra Comune e Regione. L’empasse è dato dalle diverse proprietà. Nel 1998, la parte affacciata su viale Jenner è infatti entrata nel patrimonio immobiliare di Asl, oggi Ats Milano Città Metropolitana. Dalla rinconversione a parco è rimasta per questo fuori la parte più meridionale, in mano alla Regione, 17 mila metri quadri compresi tra viale Jenner, via Livigno, via Guerzoni e via Collegno, sui quali fra l’altro c’è il nucleo principale dell’ex Bassi. Quattro palazzine a due piani, tre abbandonate, la quarta affittata alla Onlus Attive Come Prima. «Opere dell’architetto Giovanni Giachi, basterebbe poco per recuperarle, invece versano in uno stato di degrado totale e sono dimora di un popolo di disperati. L’auspicio è che la spinta dei giovani aiuti a smuovere qualcosa», conclude Biagi. Secondo il docente, l’ex Bassi ha tutte le carte per aspirare a diventare un nuovo polo per l’intera città.

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