19 gennaio 2019 - 11:16

Gli Sforza di viale Jenner «svelati» dagli affreschi riscoperti

Si chiama «cascina Boscaiola prima» e ha origini nobili, legate agli Sforza e ai Visconti. La storia del caseggiato è stata ricostruita da Claudio Salsi, soprintendente del Castello Sforzesco, grazie a tracce pittoriche di gigli e alveari

di Francesca Bonazzoli

Dei cinque casini di caccia e ville di lusso chiamate «Boscaiole» che erano rimaste nel Settecento nell’attuale viale Jenner ne è sopravvissuta solo una all’angolo con via Porro (LaPresse) Dei cinque casini di caccia e ville di lusso chiamate «Boscaiole» che erano rimaste nel Settecento nell’attuale viale Jenner ne è sopravvissuta solo una all’angolo con via Porro (LaPresse)
shadow

A chi mai, oggi, verrebbe in mente di andare in villeggiatura in viale Jenner? Eppure, per quanto incredibile possa sembrare osservando il vialone della circonvallazione che nel dopoguerra ha visto l’insediamento di attività industriali come la fabbrica di liquori F.lli Branca, nel Quattrocento lì cresceva un bosco con ruscelli e cacciagione. Così ameno che i milanesi più facoltosi vi costruirono casini di caccia e lussuose residenze suburbane. Nel Settecento se ne contavano ancora cinque, tutte chiamate «Boscaiola», una sola delle quali è sopravvissuta fino ad oggi, trasformata in un piccolo condominio con diversi appartamenti dopo pesanti ristrutturazioni cominciate già nel Cinquecento. La «Cascina Boscaiola prima», come era denominata già nel catasto Teresiano, ad angolo fra viale Jenner e l’attuale via Eduardo Porro, appare ancora una costruzione affascinante, dall’aspetto nobiliare, ma della sua decorazione non era rimasto nulla che potesse interessare gli studi. Solo delle croste di affreschi, ormai illeggibili, in una minima porzione di muro esterno: ben poca cosa, su cui si è però fissata la caparbia attenzione di Claudio Salsi, il soprintendente del Castello Sforzesco. Consapevole di essere al comando di un serbatoio inesauribile di informazioni preziose, Salsi ha coinvolto i suoi collaboratori e rovistato nelle collezioni museali fra archivi cartacei, fotografici, documenti pittorici, libri antichi, fonti cartografiche, finché non è riuscito a interpretare il significato di quei due disegni ripetuti a scacchiera nella facciata della Boscaiola: un alveare e un giglio inseriti in riquadri che simulano delle nicchie a trompe l’oeil, lievemente arretrate rispetto al filo della facciata.

«Abbiamo scoperto che si tratta di un’impresa sforzesca. Il motivo del favo posato su un tavolo e circondato da frasche per difenderlo dai predatori, accompagnato dal motto “Per meo merito”, è stato ritrovato sia nel Codice Trivulziano che nel Cremosano, uno stemmario lombardo redatto nel 1673 da Marco Cremosano. Secondo l’esperto Gabriele Reina è un’impresa rarissima di cui non si conosceva l’impiego in un’opera decorativa. Rivelava che il signore si attribuiva l’armonia e l’operosità dell’alveare», racconta in anteprima il direttore che, il prossimo maggio, pubblicherà i risultati dello studio nella rivista «Rassegna di studi e notizie» edita dal Comune in collaborazione con le Raccolte artistiche del Castello.

Grazie anche alla scoperta di due lettere, sempre superstiti sulla decorazione della facciata, la storia della cascina Boscaiola Prima o Boscaiola Morona (perché circondata da coltivazioni di moroni, i gelsi) risulterebbe quindi legata alle vicende degli Aicardi, famiglia che, devota ai Visconti fin dai tempi di Gian Galeazzo, ricevette molte proprietà immobiliari dai signori di Milano, anche nel successivo tempo degli Sforza. Secondo Salsi, quella della Boscaiola non sarebbe dunque una semplice decorazione, ma un documento di propaganda ducale che ribadiva i legami fra gli Aicardi e gli Sforza. In particolare, poi, la decorazione può essere anche letta come preludio storico della Sala delle Asse dipinta da Leonardo con un simile gusto lombardo per l’illusionismo pittorico e l’inserimento degli emblemi. Insomma, quelli che sembravano pochi resti di scarsa importanza, sono riusciti a rivelare molte informazioni che lo stesso Claudio Salsi racconterà per esteso al pubblico in una visita guidata fissata per il Primo marzo alle 14.30 in occasione di MuseoCity.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT