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Vipera aspis hugyi

Vipera aspis hugyi (Schinz, 1833) - Viperidae


Femmina _ Etna
La vipera (Vipera aspis (Linnaeus, 1758)) è un serpente della famiglia Viperidae, diffuso in Europa occidentale.In sicilia è presente la sottospecie Vipera aspis hugyi (Schinz, 1833).
Lunga al massimo 94 cm, (mediamente sui 60–65 cm.), presenta testa più o meno distinta dal collo, con l'apice del muso leggermente rivolto all'insù, ed occhi di dimensione media con la pupilla verticale ellittica. La coda è nettamente distinta dal corpo, caratteristica tipica della vipera e che la differenzia, tra le altre cose, dagli innocui colubridi. La colorazione varia a seconda dell'individuo dal nero (raro) alle varie tonalità di marrone, rossiccio e grigio e concede la possibilità al rettile di confondersi nell'ambiente in cui vive. Anche il disegno dorsale cambia da soggetto a soggetto, con strisce a zig-zag, macchiette separate o colorazione quasi uniforme. L'aspetto generale è più tozzo che negli altri serpenti a causa delle piccole dimensioni e della coda molto corta. Il veleno viene prodotto da speciali ghiandole velenifere poste in fondo al palato e inoculato attraverso denti del veleno cavi al loro interno. Come le altre tre specie di viperidi presenti in Italia Vipera aspis è ovovivipara; nascono da 6 a 8 piccoli di 15–20 cm, che sono completi e possiedono già ghiandole velenifere. Possono raggiungere anche i vent'anni di vita.
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Si ciba di topi, lucertole e piccoli uccelli. Si tratta di un animale territoriale. È goffa, lenta nei movimenti ma in grado di reagire fulmineamente se calpestata o molestata. Il suo veleno è molto attivo nei confronti dei piccoli animali, dal momento che contiene sia neurotossine che emotossine, tuttavia raramente si configura mortale per l'uomo, pur richiedendo soccorso immediato e provocando effetti anche seri. A rischio sono prevalentemente i soggetti esposti alle reazioni allergiche, quelli emotivi, gli anziani ed i malati affetti da patologie croniche, nonché i bambini.
A differenza di altri rettili, che possono essere ovovivipari od ovipari, la vipera aspis, insieme alle altre vipere presenti sul territorio italiano, è una specie vivipara. Si sviluppa, ovvero, una placenta primitiva che permette lo scambio di nutrienti tra il flusso sanguigno materno e l'embrione (fonte "Diversità animale" di Cleveland P. Hickman, Mc Graw Hill edizioni). Durante il periodo degli amori, che avviene in primavera, i maschi possono intraprendere delle lotte ritualizzate: essi sollevano le parti anteriori del corpo e le attorcigliano intorno al proprio rivale per valutare le reciproche forze.
Come tutti i rettili anche la Vipera è un animale a sangue freddo ed è perciò attiva soprattutto quando la temperatura al suolo raggiunge i 25-27 gradi. Per questo motivo durante la stagione invernale effettua una latenza, nascondendosi in anfratti del terreno; in alta quota, in particolare sui Pirenei, il letargo può raggiungere i 7 mesi. Contrariamente alle credenze popolari la Vipera non è assolutamente aggressiva; se non viene molestata, non rappresenta un pericolo per l'uomo, perché, di fronte ad un fattore di disturbo, tende a scappare e a nascondersi. Da sottolineare che la vipera è sorda, avverte le vibrazioni del suolo.
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Il morso di vipera difficilmente è letale per l'uomo adulto; può invece rappresentare un serio problema per i bambini (a causa della massa corporea limitata) e per le persone con cardiopatie e malattie debilitanti.
Il veleno prodotto da Vipera aspis è potente e ha una LD50 intramuscolare di 1 mg/kg di peso vivo (valore simile a molte specie di cobra), tuttavia la quantità secreta è molto ridotta (circa 8–20 mg) e la dose letale per un uomo adulto è di 40–100 mg. Non sono inusuali i cosiddetti "dry-bite" o "morsi a secco", non essendo l'uomo una preda della vipera e considerato che il veleno è un mezzo fondamentale di caccia e sopravvivenza dell'ofide, la vipera tende a conservarlo. Inoltre essa può regolare la quantità di veleno da iniettare e decidere se utilizzare un dente o entrambi in base alla dimensione della preda. La quantità di veleno inoculata, nel caso di un morso, dipende anche dalla profondità dello stesso e se questo è stato inferto attraverso indumenti, più o meno spessi.
In media ogni anno in Italia si verificano 257 morsi di vipera. Mediamente, uno solo risulta poi mortale, anche a causa delle particolarità o delle condizioni pregresse della vittima: una massa corporea ridotta nei bambini o una cattiva condizione di salute negli adulti (specialmente nel caso delle cardiopatie).
Nell'uomo la sintomatologia in caso di morso è caratterizzata da manifestazioni locali e sistemiche.
Manifestazioni localizzate in prossimità del morso: - dolore - edema duro progressivo - cianosi ed ecchimosi - linfangite ed adenopatia - i due forellini nel punto del morso non sempre presenti
Manifestazioni sistemiche: - cefalea, nausea, vomito, dolori addominali, agitazione - depressione cardiocircolatoria, ipotensione e shock (queste ultime possibili in bambini, persone malate o sensibili al veleno) - alterazioni della coagulazione
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Le sottospecie riconosciute sono le seguenti:
  • Vipera aspis aspis (Linnaeus, 1758). È diffusa principalmente in Francia, Germania meridionale, Svizzera e Italia settentrionale.
  • Vipera aspis atra (Meisner, 1820). È presente in Svizzera
  • Vipera aspis francisciredi (Laurenti, 1768). È presente nell'Italia centro-settentrionale, Svizzera, Slovenia e Croazia.
  • Vipera aspis hugyi (Schinz, 1833). Tipica dell'Italia meridionale.
  • Vipera aspis zinnikeri (Kramer, 1958). Presente nella regione dei Pirenei (Guascogna, Andorra, Spagna.)
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Descrizione scientifica da:
https://it.wikipedia.org/wiki/Vipera_aspis


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